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Efficacia del test

BIA101 BIVA è un prezioso alleato in numerose applicazioni tra cui:

  • Valutazione e follow-up dello sviluppo corporeo e statuto-ponderale in età pediatrica.
  • Valutazione delle variazioni di composizione corporea nella perdita di peso e in regimi nutrizionali speciali.
  • Valutazione e controllo dello stato di nutrizione e idratazione in gravidanza.
  • Prevenzione e valutazione del declino muscolare e delle alterazioni idro-elettrolitiche nell’anziano.
  • Valutazione e follow-up dei programmi di allenamento.
  • Studi epidemiologici.

Attraverso l’esame BIA è possibile analizzare anche lo stato di idratazione (valutando eventualmente stati di ritenzione idrica o disidratazione e lo stato nutrizionale).
Test semplice e non invasivo. E’ sufficiente applicare 4 elettrodi al soggetto disteso sul lettino.
La risposta al test viene interpretata per via grafica su di un nomogramma.
Migrazioni del vettore (identificato da un punto) lungo l’asse maggiore del nomogramma indicano variazioni a carico del comparto idrico extracellulare, in particolare un accorciamento del vettore (spostamento del punto verso il basso) indica iperidratazione, un allungamento del vettore (spostamento del punto verso l’alto) indica disidratazione.
Variazioni del vettore lungo l’asse minore dell’ellisse indicano variazioni a carico dei tessuti molli, uno spostamento da sinistra a destra mi indica un miglioramento e nella metà di sinistra delle ellissi cadono i vettori dei soggetti meglio nutriti.

Esempio Test BIA Uomo 54 anni Sportivo:

In questo caso il soggetto ha una buona % di massa Magra (FFM), e un buon Livello di Idratazione.

FAQ – Domande Tipiche

Quando rivolgerti al nutrizionista?
Quando vi accorgete che il vostro peso è aumentato o diminuito e da soli non siete più in grado di tornare al peso forma.
Quando volete dei consigli alimentari per dover affrontare un momento “delicato” della vostra vita come l’infanzia, l’adolescenza, la gravidanza, la menopausa o la pratica di un’attività sportiva particolarmente impegnativa.
Quando, dopo la diagnosi del medico non sapete affrontare l’alimentazione in caso di particolari patologie quali colite, gastrite, diabete, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, nefropatie...
Quando vi trovate a dover gestire allergie o intolleranze alimentari.
Quando è necessaria una dietoterapia?
“L’aumentato consumo di alimenti ricchi in grassi, specialmente saturi, associato con una vita sedentaria e dotata di ogni comodità ha fatto si che malattie croniche come l’obesità, il diabete mellito, le malattie cardiovascolari, l’ipertensione, l’infarto e alcuni tipi di tumore stiano diventando cause sempre crescenti di invalidità e morte prematura nei paesi sviluppati, ma anche in quelli in via di sviluppo.” (Consultazione congiunta WHO/FAO su Dieta, Nutrizione, e Prevenzione delle Malattie Croniche. Genova Gennaio 2002).

“Spesso le nazioni hanno semplicemente “barattato” la fame con l’obesità e le malattie indotte dalla povertà con quelle indotte dall’eccesso.” (Brian Halweil ricercatore del Worldwatch Institute).

In questo quadro abbastanza sconfortante IL DIETISTA/NUTRIZIONISTA si inserisce avendo le competenze necessarie per formulare diete specifiche per le varie patologie, senza prescrivere farmaci nè esami clinici o diagnostici e purchè la diagnosi sia fatta da un medico. Può inoltre, e questo mi sembra il compito più prezioso, dare indicazioni nutrizionali per prevenire l’insorgenza di queste patologie con una dieta sana e bilanciata.
Perché è così difficile dimagrire?
Se vogliamo perdere peso (oppure acquistare peso), non possiamo ridurre il problema ad una semplice questione quantitativa di calorie in ingresso ed in uscita. Se così fosse, non sarebbe assolutamente difficile DIMAGRIRE o ingrassare. Comporre una dieta considerando soltanto l’aspetto calorico è infatti piuttosto semplice.
Perché allora in molti casi non funziona? Perché evidentemente l’aspetto quantitativo è solo una piccola parte del problema…. la domanda che ci poniamo infatti, è: “perché è grasso o magro?” E rispondiamo semplicemente: “perché mangia troppo o troppo poco”. Le domande che dobbiamo porci invece sono diverse: perché mangia troppo o troppo poco? E qui ognuno ha la sua risposta...
Affiancare un approccio di tipo psicosomatico alla valutazione dei parametri fisici, metabolici ed eventualmente genetici è quindi determinante per affrontare qualsiasi tipo di dieta così come tener conto delle preferenze alimentari, delle abitudini e delle esigenze di organizzazione dei pasti.

Un nuovo rivoluzionario approccio ai problemi legati al peso è inoltre quello di considerare le condizioni del nostro microbiota (la cara, vecchia flora batterica intestinale!) che si è dimostrato essere molto più che un semplice strumento per digerire le sostanze che non siamo in grado di metabolizzare!!! Un affascinante nuovo capitolo della medicina si è aperto in seguito a questa recente scoperta che a mio parere rivoluzionerà completamente la nostra visione di salute e malattia. Per saperne di più vai a microbiota.

Se impariamo a nutrirci in modo corretto quindi, senza inutili rinunce o privazioni eccessive, non solo otterremo i risultati desiderati ma saremo in grado di mantenerli nel tempo. Di fatto non è impossibile coccolarsi con ricette sfiziose anche durante un periodo di restrizione calorica! Siamo noi che abbiamo dato al termine dieta un’accezione negativa associandola ad immagini di restrizione, rinuncia, fatica, privazione...
“DIETA” infatti, deriva dal greco “DIAITA” e significa: STILE DI VITA.
Cosa si intende per allergie alimentari ?
ALLERGIA ALIMENTARE
Definizione:
Manifestazione clinica di uno stato di ipersensibilità che riguarda alcune persone predisposte. Si acquisisce tramite esposizione ad alcune sostanze di origine alimentare (ALLERGENI ALIMENTARI) e causa reazioni avverse dopo riesposizione mediata dal sistema immunitario.
Meccanismi immunologici: l’allergia può essere cellulo o anticorpo mediata e nella maggioranza dei casi gli Ab sono di tipo IgE. (World Allergy Organisation).
GLI ALLERGENI SONO COMPONENTI ALIMENTARI (ESSENZIALMENTE PROTEINE) CON POTERE DIANTIGENE che in persone con un assetto costituzionale atopico scatenano, dopo ingestione, una REAZIONE ALLERGICA, mentre nella maggior parte delle persone non causano alcun problema.

Quali alimenti? Tutti gli alimenti contengono potenziali allergeni, ma il 90% delle reazioni allergiche sono causate da 8 alimenti: LATTE, UOVA, GRANO, ARACHIDI, SOIA, NOCI, PESCE, MOLLUSCHI.

Quali soggetti colpisce?
5% dei bambini 1-2% degli adulti
(il 25% degli adulti crede però di essere allergico a qualche alimento)
Tutti i soggetti sono potenzialmente suscettibili ma quelli più frequentemente colpiti sono i soggetti atopici, ossia predisposti per iperreattività immunologica.
Esistono poi dei determinanti presumibilmente genetici. Figli di genitori con allergie alimentari più frequentemente sviluppano reattività alimentare.

Quali sono i sintomi?
I sintomi dell’allergia, a differenza di quelli provocati dalle Intolleranze, si manifestano immediatamente dopo il contatto con l’allergene, La sintomatologia può essere di vario tipo e coinvolgere diversi distretti corporei
gastrointestinale: con vomito, diarrea, crampi;
cutaneo: con orticaria, gonfiore, angioedema, eczema;
orale: con prurito o gonfiore di labbra, lingua o mucosa orale;
respiratorio: con asma, edema della glottide, difficoltà respiratorie.
Nei casi più gravi vi possono essere reazioni generalizzate, con shock anafilattico e arresto cardiocircolatorio.
Shock anafilattico: le reazioni allergiche più gravi (shock anafilattico) si sviluppano in genere in soggetti con allergie alimentari già riconosciute per contatto involontario con l’antigene

Come vengono diagnosticate?
INDAGINI di I LIVELLO
  • ANAMNESI:
Raccolta strutturata su: sintomi dei pazienti, storia clinica, familiarità per allergie, correlazione tra anamnesi alimentare e sintomatologia allergica
  • TESTS CUTANEI
  • Tests epicutanei (SKIN PRICK TESTS).
INDAGINI DI II LIVELLO
Dosaggio anticorpale nel sangue:
  • PRIST-test (dosaggio di IgEtotali)
  • RAST-test (dosaggio di IgEspecifiche verso allergeni alimentari specifici)
INDAGINI di III LIVELLO
Test di provocazione orale (TPO)
Lo specialista che si occupa di allergie è il medico allergologo che determina caso per caso la terapia più appropriata, in realtà l’unica terapia veramente risolutiva sarebbe evitare il contatto con l’allergene, ma se questo è abbastanza facile da realizzare in caso di allergia alimentare, diventa assolutamente impossibile in caso di allergia nei confronti di pollini, polvere, ecc.
Interessanti sviluppi nel trattamento delle allergie alimentari si intravedono attraverso l’induzione della tolleranza impiegando basse dosi di allergene, si tratta di un percorso lungo che ha permesso però di ottenere una iposensibilizzazione di soggetti con forme anche gravi di allergia con conseguente abbassamento delle dosi dei farmaci e notevole miglioramento della qualità della vita.
Il nutrizionista può intervenire efficacemente nei casi di allergia alimentare elaborando diete specifiche (soprattutto quando il quadro è piuttosto complesso e difficilmente gestibile) oppure quando si verificano reazioni crociate tra allergeni di varia natura e alimenti.
Cosa si intende per intolleranze alimentari?
Definizione
Reazioni avverse di tipo metabolico riproducibili in seguito all’ingestione di un alimento o ad alcune delle sue componenti (proteine, carboidrati, grassi, conservanti).

La risposta immunitaria non èIgE mediata come nelle allergie, tuttavia può esserci una risposta IgA o IgG.

Quali sono i sintomi?
Per lo più di tipo gastrointestinale: nausea, diarrea, crampi allo stomaco.

Le intolleranze alimentari, a differenza delle allergie, sono reazioni lente che insorgono anche a distanza di ore o giorni dall’assunzione dell’alimento.

Si tratta di una sorta di lento avvelenamento cui contribuiscono, oltre agli alimenti, anche varie sollecitazioni esterne: stress, malattie, ecc.

Controllare le intolleranze alimentari significa abbassare il livello di infiammazione dell’organismo con un miglioramento generale delle condizioni fisiche e psicologiche, per fare questo si devono innanzitutto individuare gli alimenti verso i quali il nostro organismo ha sviluppato un’intolleranza.

Quali sono i componenti alimentari che più comunemente causano intolleranza?

LATTOSIO E GLUTINE
Le diete ipoglucidiche sono davvero più efficaci?
Sono molti quelli che sostengono sia utile eliminare i carboidrati dalla dieta, credendo che privare l’organismo per un determinato periodo di determinati nutrienti porti a una consistente riduzione della massa grassa.
Non c’è niente di più sbagliato.
Eliminare completamente i carboidrati dalla dieta comporta una repentina riduzione del peso poiché perdiamo in un primo momento liquidi poi muscoli e solo in un secondo momento andiamo ad intaccare la massa grassa. Quindi, QUANDO FACCIAMO UNA DIETA A BASSO CONTENUTO DI CARBOIDRATI il nostro corpo sottrae proteine dal muscolo per ricavarne glucosio. Questo cosa comporta? Perdita di massa muscolare e quindi di massa magra, di conseguenza la massa grassa aumenta e quando succede questo si assiste a un inevitabile RALLENTAMENTO DEL METABOLISMO. In un organismo con un metabolismo lento tutti i processi necessari per sopravvivere, ovvero quelli che producono e bruciano energia, subiscono un rallentamento; per questo motivo non appena mangiamo un pò più del normale riacquistiamo subito i chili persi.
Dietro la grande diffusione dell’abitudine di eliminare i carboidrati dalla dieta c’è senza dubbio una scorretta educazione alimentare, che è anche la causa per cui obesità e sovrappeso, ma anche i disturbi del comportamento alimentare, sono sempre più diffusi.
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